In questi giorni sono arrivate le buste di semi ordinati nelle scorse settimane. Ci riforniamo da produttori diversi (e molti semi ci arrivano da scambi con altri giardinieri e semplici appassionati), alcuni sono piccoli produttori, molto specializzati, che producono i semi in proprio e in piccole quantità o per il mercato dell’agricoltura biologica, altri sono grandi distributori. Sul catalogo di uno di questi, per molte piante, vi sono le indicazioni di coltivazione. Schede come questa:
Fase 1 (dalla semina alla radichetta, da 4 a 6 giorni)
• Temperatura di germinazione: da 22 a 24 ° C
• Luce: non necessaria per la germinazione.
• Umidità relativa: da 95 a 97%.Fase 2 (dall’emergenza della radichetta all’espansione del cotiledone, da 10 a 14 giorni)
• Temperatura: le temperature diurne possono essere impostate tra 21 e 22 ° C e la temperatura notturna a circa 15 ° C
• Luce: fino a 2.500 f.c. (26.900 Lux) durante le fasi 2 e 3
• Umidità: una volta estratti i vassoi dalla camera di germinazione, farli crescere in condizioni di medio umido (livello 4). Evitare condizioni bagnato (livello 5) fino a quando le piantine non si stabiliscono.
• Fertilizzante: applicare fertilizzante alla velocità 1 (inferiore a 100 ppm N / inferiore a 0,7 mS / cm CE) con un concime a forma di nitrato a basso fosforo. Mantenere un pH medio compreso tra 5,8 e 6,2 e EC tra 0,5 e 0,7 mS / cm (estrazione 1: 2).Fase 3 (dall’espansione del cotiledone alla crescita di tutte le foglie vere, da 10 a 14 giorni)
• Temperatura: le temperature diurne possono essere impostate a temperature comprese tra 20 e 21 ° C e la temperatura notturna a circa 15 ° C.
• Fertilizzante: aumentare la velocità del fertilizzante a 2 (da 100 a 175 ppm da N / 0,7 a 1,2 mS / cm CE). Mantenere un pH del supporto da 5,8 a 6,2 e un EC da 0,7 a 1,0 mS / cm (estrazione 1: 2).Fase 4 (dallo sviluppo di tutte le foglie vere alla spedizione/trapianto; 7 giorni)
Mantenere le temperature di coltivazione e il regime di fertilizzanti raccomandati come nella fase 3. I livelli di luce possono arrivare a 5.000 f.c. (53.800 Lux) se le temperature possono essere mantenute. Controllare la presenza di oidio da questa fase in poi.
Regolatori di crescita
In condizioni nordamericane: applicare A-Rest (ancymidol) a 10 ppm (37,6 ml / l, formulazione 0,0264%) come spray fogliare.
In condizioni nordeuropee: sono state testate e si sono dimostrate dimostrate efficaci da 1 a 3 applicazioni di B-Nine / Alar (daminozide) a 1.250 ppm (1,5 g / l formulazione 85% o 2 g / l di formulazione al 64%). ……………………………………
E così per un bel pezzo, per tutte le fasi di coltivazione, fino a concludere:
Regolatori di crescita dopo il trapianto
In condizioni nordamericane: utilizzare 2 applicazioni di A-Rest (ancymidol) a 20 ppm (75 ml / l, formulazione 0,0264%) come spray fogliare. Una applicazione può essere eseguita 1 settimana dopo il trapianto e la seconda applicazione può essere eseguita 10-14 giorni dopo.
B-Nine / Alar (daminozide) a 3.500 ppm (4.1 g / l formulazione 85% o 5.4 g / l 64% formulazione) applicato come spray fogliare funziona anche bene. Utilizzare lo stesso programma di spruzzatura raccomandato per A-Rest.In condizioni nordeuropee: da 2 a 3 applicazioni di B-Nine / Alar (daminozide) a 3.200 ppm (3,8 g / l formulazione 85% o 5 g / l 64% formulazione) più Cycocel (clormequat) a 375 ppm (3,18 ml / l formulazione 11,8% o 0,5 ml / l
Queste sono indicazioni di coltivazione per i professionisti e la produzione industriale di piante: rigoroso controllo delle condizioni di temperatura, luce, umidità e ph del substrato (così bisogna chiamarlo, mica terra!); erogazione, in ogni fase della crescita, di prodotti chimici sotto forma di fertilizzanti, regolatori della crescita, anticrittogamici (c’è anche un elenco dei potenziali patogeni da tenere sotto controllo, ovviamente con la chimica) e così via. Somministrati con grande precisione e dosaggi accurati tramite appositi impianti.
Molte, gran parte, delle piante che vengono proposte sul mercato vengono prodotte in questo modo, utilizzando queste indicazioni e tecniche. Tutte le piante perfette, in piena e abbondante fioritura, spesso anche fuori stagione, che trovate sui banchi dei Garden, nei vivai rivenditori, nei supermercati, nelle mostre e manifestazioni di giardinaggio, sono prodotte così. Un “bel” prodotto, certo. Ma anche buono? L’industria vivaistica, floricola e del fiore reciso ha un grande impatto ambientale; è tutt’altro che “verde”. I consumatori questo non lo sanno, o forse visto che i fiori non si mangiano, non hanno grande interesse alla questione. Sinora. E poi, cosa succede a queste piante perfette e strafiorite quando le portiamo a casa e le piantiamo in giardino? In giardini normali, dove non tutto è controllato e perfetto, dove le piante non sono coccolate e vezzeggiate con tutti gli ultimi ritrovati della tecnica. Cosa succede a queste piante quando devono iniziare a cavarsela da sole? A volte se la cavano, molte volte no.
E noi? Noi, se dovessimo seguire indicazioni come quelle riportate sopra, il vivaio lo potremmo chiudere. Non abbiamo serre che consentono di controllare tutti i parametri ambientali, non vogliamo utilizzare prodotti chimici come fertilizzanti, regolatori della crescita, anticrittogamici… Da anni coltiviamo le nostre piante, facendo molti errori e imparando da questi. Prepariamo il terriccio utilizzando una miscela di terra di campo e compost da verde come base, alleggerita con torba e pomice. Scegliamo piante poco sensibili a malattie e parassiti, scartando le specie e varietà che si dimostrano più vulnerabili. Con prodotti ammessi in agricoltura biologica riusciamo a controllare le poche patologie che si presentano. Coltiviamo le nostre piante all’aperto, per tutto l’anno, anziché in serre dove ogni parametro è controllato. Il risultato sono piante robuste, forse non belle come molte di quelle solitamente in commercio. Sono piante normali, qualche foglia, a volte, smangiucchiata, qualche fiore anziché una esplosione. Lavoriamo perché esprimano il loro meglio nei giardini dei nostri clienti, non su un banco di vendita.
Nei prossimi giorni iniziamo a seminare. A modo nostro.
Proprio così! Solo in questo modo le piante sono sufficientemente forti e robuste per acclimatarsi in un giardino in cui contribuiranno a costruire un ecosistema ricco e complesso, svilupparsi e convivere con altri vegetali e animali per il resto della loro vita (lunga o breve che sia). Bravi.
"Mi piace""Mi piace"