Abbiamo iniziato a chiamarlo ‘il campo’ un po’ di tempo dopo averlo affittato. Non si poteva mica continuare a dire andiamo al posto nuovo, oggi. Uscendo da Ivrea, in direzione della Valle d’Aosta è, in effetti, il primo campo che si incontra. Circondato su tutti e quattro i lati da una siepe di diversi arbusti da fiore e per il tratto più lungo di bosso estenuato dagli attacchi della piralide, ci aveva colpito fin dalla prima visita, una manciata di mesi prima di decidere di prenderlo in affitto. Un pezzo di terreno abbandonato da qualche anno disseminato di alberi da frutto: susini (molti), peschi, albicocchi, ciliegi imponenti e grandi peri, cachi, un solo melo (strano per un frutteto familiare, le mele che son l’unico frutto a conservarsi nell’inverno, ma poi perchè strano, i gusti son gusti e a chi l’aveva piantato, il frutteto, le mele dovevano piacere poco) . Sul lato verso la provinciale una fila di palme e in un angolo chiuso da un’alto muro di edera un giardino segreto, ombroso come deve esserlo, perchè fitto di palme e un paio di magnolie e tre bagolari, nati da semi arrivati per caso e cresciuti negli anni di abbandono, tanto da essere ormai più alti delle palme, che son alte! Che posto insolito, un po’ giardino un pò frutteto. Un pò troppo grande per chi se ne curava in passato. Forse un luogo di intenzioni mai pienamente realizzate.
Filippo e Rossana,sapete quanto sono desiderosa di venire a curiosare…bravi (a prescindere…)lalla
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